Infarto e arresto cardiaco: differenze e quando il defibrillatore può salvare la vita

Infarto e arresto cardiaco: differenze e quando il defibrillatore può salvare la vita


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L’infarto e l’arresto cardiaco sono due tra le emergenze mediche più gravi, ma non sono la stessa cosa.

Che cos'è un infarto 

Un infarto miocardico si verifica quando una o più arterie coronarie si ostruiscono, impedendo il corretto flusso di sangue verso una parte del muscolo cardiaco. Tutte le cellule del nostro corpo in assenza di ossigeno, vanno incontro a morte.

L’ostruzione di un’arteria è spesso causata da una placca aterosclerotica, presente all’interno dell’arteria, che riduce il flusso sanguigno,  oppure alla rottura di una di queste placche con conseguente formazione di un trombo che occlude l’arteria causando l’infarto del miocardio.

 

Che cos'è un arresto cardiaco 

L’arresto cardiaco, invece, è una condizione che si verifica quando il cuore cessa di battere (asistolia) o quando l’attività elettrica del cuore è inefficace per pompare il sangue a tutto il corpo, in modo particolare a cuore e cervello. Spesso è causato da aritmie gravi, come la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare senza polso. In queste due situazioni il cuore batte in modo troppo veloce per svolgere la sua funzione di pompa.

Cause dell'infarto e situazioni a rischio 

Fattori di rischio comuni 

Le principali cause dell’infarto includono:

  • Ipertensione arteriosa
  • Colesterolo alto
  • Fumo
  • Sedentarietà
  • Diabete
  • Stress cronico

Spesso l'infarto colpisce in modo inaspettato, anche persone giovani o apparentemente sane.

Quando l'infarto può degenerare in arresto cardiaco 

In alcuni casi, un infarto può portare ad un’aritmia letale, causando un arresto cardiaco. In questa situazione, la persona perde conoscenza e smette di respirare. Il tempo per agire è pochissimo.

Intervento in caso di arresto cardiaco 

Il ruolo fondamentale del defibrillatore 

Il defibrillatore è un dispositivo che può ristabilire il ritmo cardiaco normale, in caso di  arresto cardiaco causato da fibrillazione o tachicardia ventricolare, attraverso una scarica elettrica. Per migliorare le possibilità di sopravvivenza di una persona, l’utilizzo del defibrillatore dovrebbe avvenire entro circa 4 minuti dall’insorgenza dell’arresto cardiaco.

 

Perché avere un defibrillatore anche in ambienti non sanitari 

Oggi esistono defibrillatori semiautomatici  e automatici esterni (DAE) pensati per essere usati anche da personale non sanitario. Installare un DAE in ambienti come aziende, palestre, scuole o anche condomini è un atto di prevenzione concreto. Maggiore è la diffusione territoriale di questi dispositivi salvavita, maggiori sono le possibilità di interventi precoci che possono determinare un esito positivo.

Conoscere per agire: la cultura del primo soccorso 

Riconoscere un infarto o un arresto cardiaco,  allertare immediatamente i soccorsi e sapere come intervenire e fondamentale.

In caso di arresto cardiaco, non è solo il defibrillatore a fare la differenza: è la persona che lo utilizza. Ecco perché è importante diffondere la conoscenza del primo soccorso e delle manovre BLSD tra tutti i cittadini, non solo tra medici o soccorritori.

Il BLSD è un protocollo semplice, che include:

  • Il riconoscimento dell’arresto cardiaco
  • Le compressioni toraciche efficaci
  • L’uso del defibrillatore semiautomatico

Oggi in Italia sono sempre più disponibili corsi BLSD aperti a tutti, organizzati da enti locali e associazioni. Investire poche ore del proprio tempo per imparare queste tecniche significa essere pronti a salvare una vita.

Diffondere la cultura del primo soccorso è una responsabilità collettiva. Un paese in cui ogni cittadino sa cosa fare in caso di arresto cardiaco è un paese più sicuro per tutti.